Documenti redatti da Uncem a seguito della richiesta delle Commissioni riunite V e VI
Documenti redatti da Uncem a seguito della richiesta delle Commissioni riunite V e VI relativamente all’esame del decreto-legge n. 50 del 2022, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina (C. 3614):
Esame per emendamenti e modifiche per la Conversione in legge del decreto- legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina.
Le misure che Governo e Parlamento stanno predisponendo nel secondo Decreto contro il caro- energia (e per far fronte all’emergenza umanitaria dovuta alla guerra in Ucraina) sono in gran parte positive. Immediate ma anche strutturali, come abbiamo richiesto e proposto da Uncem nel nostro recente dossier (che si ritrasmette allegato alla presente). Positivi e come suggerito, in continuità con quanto già fatto nella legge di bilancio 2022, l’azzeramento degli oneri di sistema nelle bollette, le semplificazioni per gli impianti da fonti rinnovabili, le misure per il sostegno alle imprese.
Occorre individuare misure che, almeno sino alla fine del 2022, limitino il rincaro dei carburanti per autotrazione e del costo energetico a carico di famiglie, imprese, Enti locali.
Abbiamo la certezza che le risorse finora previste (in particolare con il fondo istituito dall’articolo 27, comma 2, del decreto-legge 1°marzo 2022, n.17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n.34) per gli Enti locali, Comuni e Province, per coprire mancati incassi dell’imposta di soggiorno e soprattutto, e per assicurare la continuità dei servizi agli Enti, non siano sufficienti.
Mentre aspettiamo di capire come sarà costruito il bando del PNRR per incentivare le necessarie e strategiche Comunità energetiche, oggi per coprire i costi di bollette elettriche e di energia termica a carico degli enti locali, serve almeno 1 miliardo di euro per supportare gli Enti locali nei sovracosti energetici.
Nel primo riparto di risorse contro il “caro energia” non sono state tenute in considerazione le Comunità montane e le Unioni montane di Comuni quali Enti locali che gestiscono beni e risorse, anche su mandato dei Comuni stessi. Queste devono essere considerate nei prossimi stanziamenti e riparti.
Va ricordato che vi è molta attesa tra gli Enti locali, tra i piccoli Comuni, per il prossimo Avviso del PNRR relativo alla “Promozione delle rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo”, dotato di 2,2 miliardi di euro.
Il decreto in oggetto non fa alcun riferimento alle misure di semplificazione da prevedere per incentivare e sostenere la nascita di “Comunità energetiche”. Il decreto si limita a consentire al Ministero della difesa e ai terzi concessionari dei beni la possibilità di costituire comunità energetiche rinnovabili nazionali in aggiunta a quelle istituite dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, di recepimento della direttiva (UE) 2018/2 RED II.
Occorrono provvedimenti attuativi urgenti della stessa direttiva, anche in vista del prossimo Avviso del PNRR.
Le informazioni a disposizione dei Comuni in merito all’avviso sono finora pochissime. L’attesa, in mancanza di aggiornamenti sulle caratteristiche del bando, non consente ai Comuni di attrezzarsi nel modo giusto. Non è chiaro se l’Avviso del PNRR consentirà – e con quali modalità – la costituzione (non certo a costo zero, anche burocratico) delle stesse Comunità energetiche ovvero anche la realizzazione di impianti da FER. In questo secondo caso, si ritiene sin d’ora di evidenziare che non dovranno solo essere finanziati impianti fotovoltaici. Nelle aree montane italiani sono strategici micro-idroelettrico, mini-eolico e anche cogenerazione di piccola taglia alimentata da biomasse di origine forestale a filiera corta. Questi sono decisivi per le comunità energetiche dei territori alpini e appenninici.
Uncem, rispetto alle “Comunità energetiche”, puntualizza che il PNRR non sta finora incrociando le sfide della transizione ecologica. Non basta certo il principio comunitario del ‘Do No Significant Harm’, il DNSH, che prevede che gli interventi previsti dai PNRR nazionali non arrechino nessun danno significativo all’ambiente. All’ideologica buona volontà, che peraltro si traduce in complicatissime rendicontazioni, molto preoccupanti e pericolose per gli Enti locali, si somma una mancanza di risposte sulle vere questioni concrete. Attendiamo chiarimenti da parte del Ministero della Transizione ecologica in merito alle modalità di costruzione dell’Avviso del PNRR sulle Comunità energetiche. Le stesse informazioni, a oggi mancanti, le può e deve sollecitare il Parlamento.
Uncem ribadisce nuovamente che non condivide le modalità del fondo istituito dall’articolo 27, comma 2, del decreto-legge 1°marzo 2022, n.17, convertito,
200 milioni sono stati suddivisi con il via libera della Conferenza Stato-Città. Il MEF ha adottato i dati in relazione alla spesa per utenze di energia elettrica e gas, rilevata tenendo anche conto dei dati risultanti dal SIOPE, Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici. Vengono considerati i rincari di gas, energia elettrica, e delle spese per l’illuminazione pubblica. Comuni con riparto ai Comuni dei contributi con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n.34, per il caro-bollette e il caro-energia negli Enti.
Medesimo numero di abitanti, ricevono pressoché la stessa cifra. In alcun modo è stata considerata la fascia climatica e l’altimetria del Comune. Fascia che da sempre incide notevolmente nella spesa per l’energia. E che in passato veniva adottata per stabilire incentivi e misure di agevolazione. Per fare un esempio, Celle Ligure con 4900 novecento abitanti riceve 16.262 euro, quasi come i 18.245 euro di Lanzo Torinese, con lo stesso numero di abitanti. Uno nelle Alpi Graie, l’altro sul mar Ligure. La situazione non è diversa al centro e al sud. Con Comuni dell’Appennino che avranno la stessa cifra di chi sta invece sulla costa, in situazioni climatiche ben diverse. Che incidono, come è noto, non poco sul consumo di gas per il riscaldamento.
Il nuovo riparto deve tener conto delle fasce altimetriche. Per evitare di mettere tutto e tutti sullo stesso piano.
Uncem evidenzia alcune necessità relativa all’Accoglienza profughi Ucraina.
L’impegno delle Unioni montane di Comuni può essere di importante coordinamento tra i Comuni, al fine di conoscere disponibilità e impegni, monitorare la situazione, avere dati diretti aggiornati, svolgere un’azione istituzionale di supporto ai Sindaci, tra Amministrazioni. Molte Unioni montane e Comunità montane in Italia stanno agendo da due mesi in tal senso. Va ricordato che molte Unioni montane gestiscono positivamente in forma associata la funzione della Protezione Civile. Dunque, l’emergenza umanitaria e la gestione dell’accoglienza rientra in questa funzione.
Occorre che le Istituzioni agiscano per “non lasciare soli i Sindaci”. Dove non arriva un singolo Comune, per molti motivi, può arrivare quello vicino, l’intera valle. L’azione congiunta è decisiva. Anche rispetto a responsabilità e disponibilità di azione, regole chiare sono decisive. La cornice nazionale deve essere precisa.