Uncem Calabria

OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE PER LA MONTAGNA CALABRESE

Sono circa 300 su un totale di 404 i Comuni considerati montani o parzialmente montani e sui loro territori, che rappresentano più del 90% dell’intero territorio regionale, vive circa il 40% della popolazione calabrese. In tali realtà gravate da storici ritardi la pandemica dovuta al Covid 19 ha determinato ulteriori disagi di natura economica e sociale. Nonostante le tante difficoltà tali comuni, grazie soprattutto all’elevato grado di responsabilità e di impegno dei Sindaci, che si sono dovuti far carico anche delle carenze del debole e disorganizzato sistema sanitario, hanno assicurato ai cittadini la necessaria assistenza e la regolare erogazione dei servizi essenziali. Superata la pandemia occorre una forte e sinergica azione dello Stato e della Regione in direzione dei territori montani, che grazie alle risorse endogene di cui sono ricchi e alle nuove opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e dalla digitalizzazione, possono svolgere un’azione trainante nei processi di sviluppo che potranno essere attivati grazie al proficuo impiego delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea (Fondi Strutturali 2021-2027 e PNRR). Nella montagna calabrese troviamo oltre 600.000 ettari di bosco, tre parchi nazionali, sedici riserve naturali dello Stato, un parco regionale, due riserve naturali regionali, due oasi di protezione e zone umide di rilevante importanza. Un grande patrimonio da valorizzare e utilizzare a fini occupazionali e produttivi. L’Articolo 44 della Costituzione deve essere il vettore di politiche regionali che scelgono soluzioni e decidono di non mettere in un angolo le politiche per la Montagna. La Montagna è un residuo e non ha bisogno di assistenza. Spopolamento, abbandono, desertificazione si combattono con cultura, pianificazione, investimenti, scientifica attenzione alle dinamiche sociali, demografiche, climatiche, economiche. La programmazione regionale deve puntare ad una crescita sostenibile dal punto di vista economico, sociale, ambientale e territoriale, finalizzata a garantire il benessere dei cittadini. A tal fine si indicano i seguenti obiettivi strategici:

  • Innovazione; Gestioni associate tra i Comuni montani; Politiche di compensazione e perequazione territoriale

Agire per il superamento del “digital divide” – con reti dati veloci, adeguati ripetitori per la telefonia mobile, tv per tutti – creando così l’effettiva possibilità di accesso alla rete a banda ultralarga, favorendo investimenti statali e regionali, per portare nuovi servizi, piattaforme di dati in cloud, sistemi informativi alle comunità, ai territori, alle imprese, alla Pubblica Amministrazione, anche attraverso una specifica “Agenda regionale digitale per le aree montane e interne”.

Sviluppare politiche di integrazione gestionale e amministrativa tra i Comuni delle aree montane incentivando la nascita delle Unioni di Comuni Montani per la gestione delle politiche di crescita sociale, economica e per la riorganizzazione dei servizi pubblici – scuole, trasporti, sanità, socio-assistenza. La Regione deve dotarsi di moderne leggi per la Montagna – dando attuazione alle leggi nazionali sui piccoli Comuni, sulla green economy e sulle foreste – che ridiano dignità e risorse agli Enti territoriali montani, strumento per la gestione dello sviluppo socio-economico per i Comuni delle Terre Alte.

Attuare il D.L .”Semplificazioni” per gli Enti e i Comuni Montani, a sostegno dell’incentivazione degli investimenti pubblici e in relazione all’aggiudicazione dei contratti pubblici sotto soglia e a quelli sopra soglia e di rilevanza nazionale.

Introdurre misure compensative e perequative regionali a favore delle zone montane fortemente penalizzate da un minore o scarso gettito erariale e aventi maggiori costi per la gestione dei servizi. Fare della leva fiscale – attraverso un sistema di detrazioni e incentivi – uno degli strumenti attivi per favorire la residenza delle famiglie e la permanenza delle imprese nei territori di montagna. Individuare un sistema chiaro di sgravi fiscali per le aree montane, che sostenga le piccole e medie imprese, chi vuole insediarsi e chi vi opera da sempre. Individuare anche un sistema di incentivi per la residenzialità nelle aree montane, in particolare per famiglie che scelgono di abitare nelle zone montane. Favorire la nascita di “imprese di comunità” capaci di rigenerare i paesi e i territori.

Promuovere e favorire – con adeguati provvedimenti legislativi e investimenti – il recupero e la riqualificazione dei centri abitati, dei centri storici e dei borghi, sia per potenziare l’offerta abitativa a favore di coloro che trasferiscono in montagna la propria residenza, che per realizzare e rafforzare la rete delle strutture ricettive per un turismo rurale di qualità.

  • Centralità dell’agricoltura e delle politiche forestali; Difesa del suolo e messa in sicurezza del territorio;

Sostenere, attraverso il prossimo programma comunitario 2021–2027, il ruolo centrale dell’agricoltura (e della zootecnia) in montagna quale struttura socio-economica fondamentale per lo sviluppo, essenziale nella funzione di presidio del territorio, per la salvaguardia del paesaggio, per l’attrattività turistica e per la conservazione e la valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità. Dare valore alle politiche forestali (declinando a livello regionale il Testo unico forestale), come vettore di nuove imprese e posti di lavoro. Sostenere la creazione di posti di lavoro attivabili nella filiera legata all’energia, all’industria e all’artigianato. Sostenere il comparto degli operai forestali, delle imprese che gestiscono attivamente superfici forestali.

Sono urgenti nuove leggi regionali sulla difesa del suolo, investimenti per la definizione del piano pluriennale della prevenzione e messa in sicurezza del territorio, l’elaborazione e approvazione di provvedimenti legislativi per la qualificazione del patrimonio forestale e la gestione attiva del bosco e delle filiere, anche per la valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali derivanti dalla gestione attiva e dall’assorbimento di CO2. La Regione deve introdurre una norma che preveda lo stanziamento di una percentuale della tariffa dell’acqua potabile (i bacini più grandi si trovano nei territori montani) e del ciclo idrico integrato, per i piani di manutenzione ordinari del territorio gestiti dagli Enti montani. Questa è una forma di compensazione per la risorsa messa a disposizione dell’intera collettività e allo stesso tempo di prevenzione del dissesto idrogeologico.

  • Energie rinnovabili, Ambiente e Turismo;

Adottare, nell’ambito del Piano energetico regionale, un programma di valorizzazione e utilizzo sostenibile delle energie da fonti rinnovabili, di cui la montagna è il principale giacimento, cuore della green economy nel quadro del Green New Deal e dell’“Ecologia integrata”. Consentire la nascita di “Comunità energetiche” e di strumenti per la riduzione degli oneri di sistema a carico degli utenti. Sperimentare la “Strategia delle Green community” come forma moderna e a prova di futuro di programmazione sociale, ambientale, economica, coinvolgendo anche Enti Parco, Gruppi di Azione locale, le Organizzazioni datoriali e del Terzo settore, tutti gli Enti territoriali.

La montagna è espressione di una cultura che affonda le radici nel vivere e nell’agire “lento” a contatto con la natura. I processi di interazione sociale e di vita hanno dei ritmi “leggeri, lenti”. Fare turismo, significa offrire una esperienza nelle sue diverse espressioni – quello legato agli sport invernali, quello ambientale, estivo, dell’outdoor e dell’escursionismo – uno dei fattori di crescita e valorizzazione della montagna. Nel pieno rispetto delle comunità e dell’ambiente, forti di un patto “città-montagna” che nasce dell’incontro, rispettoso e autentico. Sviluppare la forma dell’albergo diffuso, possibile destinazione di utilizzo dei borghi. Sostenere gli investimenti degli operatori privati, anche grazie alla nuova programmazione comunitaria 2021-2027. Misurare flussi e limiti dei territori, guardare a forme culturali di impegno affinché i turisti non dimentichino paesi ed economie. “Compra nei paesi montani, la Montagna vivrà” diventi claim concreto di turisti ed escursionisti. Sostenere i “mestieri” e le professioni della montagna attraverso specifiche norme, fisco e investimenti.

  • Sanità e Welfare; Istruzione e Mobilità

Rafforzare i servizi sanitari locali creando dei partenariati con le associazioni di volontariato e di protezione civile presenti nel territorio, potenziando le USCA, realizzando centri di aggregazione per il primo soccorso, aumentando e incentivando i medici e i pediatri di base affinché restino nei paesi, puntando sulla telemedicina, su “una ambulanza in ogni comune”, sulle piazzole per l’atterraggio notturno dell’elisoccorso. Incentivare le farmacie rurali per il potenziamento della “farmacia dei servizi”. Potenziare e riorganizzare la medicina di base, la pediatria di base, l’assistenza infermieristica, la guardia medica. Individuare strutture anche diffuse per RSA e dunque per migliori spazi volti alla terza età. Social housing e borghi, binomio possibile. Sostenere la formazione della classe dirigente, con strumenti di partecipazione e inclusione che agevolino la rivitalizzazione dei borghi. Favorire l’individuazione nei borghi di spazi per co-working, nuove imprese di comunità, co-housing, centri multiservizio e multiprodotto.

Avviare una politica di sostegno e di incettivo ai progetti e programmi di contrasto alla povertà educativa, salvaguardando la rete scolastica in montagna, attraverso anche l’organizzazione di progetti e programmi extracurricolari che coinvolgano le famiglie degli alunni, potenziando il tempo pieno e i plessi nelle aree più interne adottando standard dimensionali compatibili con le caratteristiche del territorio, investendo risorse economiche regionali; potenziare, nelle scuole dei Comuni montani a rischio di chiusura, programmi di insegnamento a distanza, disponendo organici di personale docente dedicati e formati; sostenere la gestione degli asili nido nei Comuni montani (anche investendo per crearne nuovi); sostenere il diritto allo studio, anche con agevolazioni al trasporto scolastico verso le città sedi di istituti scolastici superiori (con voucher e altri modelli che abbassino i costi a carico delle famiglie degli studenti).

Migliorare la mobilità intervenendo sulla rete viaria esistente e realizzando nuove arterie stradali, per rendere più accessibili i paesi montani e consentire ai cittadini che vivono in tali realtà di poter usufruire dei servizi erogati dalle Città.